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Recupero stipendi arretrati - Avvocato Lavoro - Studio Legale Torino

La tutela del diritto alla retribuzione

Il pagamento dello stipendio è un diritto fondamentale riconosciuto al lavoratore, sancito dall'art. 2099 del Codice Civile (c.c.). Questo articolo stabilisce che il lavoratore deve ricevere il proprio compenso nei tempi e modi previsti dal contratto di lavoro, senza ritardi o irregolarità. Tuttavia, sono sempre più frequenti i casi in cui il datore di lavoro non paga, paga in ritardo o corrisponde importi inferiori rispetto a quelli dichiarati in busta paga.

Azioni a disposizione del lavoratore per richiedere il pagamento degli stipendi arretrati

Quando il datore di lavoro è inadempiente, il lavoratore ha a disposizione varie azioni legali per recuperare gli stipendi arretrati. Queste azioni sono state create dal legislatore per garantire la protezione del diritto alla retribuzione.

1. Dimissioni per giusta causa

Se il lavoratore non riceve la retribuzione per almeno due mesi consecutivi, può dimettersi senza preavviso per giusta causa. Questa decisione deve essere comunicata formalmente al datore di lavoro, specificando che la causa delle dimissioni è il mancato pagamento dello stipendio. Le dimissioni per giusta causa sono considerate un licenziamento non imputabile al lavoratore, il quale ha diritto al sussidio di disoccupazione, come previsto dalla circolare INPS n.163/2003.

2. Richiesta di conciliazione

Il lavoratore può optare per la conciliazione tramite la Direzione Territoriale del Lavoro. Esistono due tipi di conciliazione: facoltativa e monocratica. La conciliazione facoltativa è un tentativo di risolvere amichevolmente la controversia, mentre la conciliazione monocratica è un procedimento più formale che coinvolge un conciliatore nominato dalla Direzione Territoriale del Lavoro.

3. Esecuzione forzata e fallimento

Se il lavoratore non riesce a ottenere il pagamento degli stipendi arretrati, può procedere con l'esecuzione forzata sui beni del datore di lavoro o richiedere la dichiarazione di fallimento dell'azienda. In caso di fallimento, l'INPS interviene pagando al lavoratore gli ultimi tre stipendi e il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) maturato. Per recuperare altri crediti, il lavoratore deve insinuarsi nel passivo del fallimento.

4. Messa in mora del datore di lavoro

La messa in mora può essere effettuata senza l'ausilio di un avvocato, come previsto dall'art. 1219 c.c. Il lavoratore invia una comunicazione formale al datore di lavoro, sollecitando il pagamento delle retribuzioni dovute.

5. Procedura di ingiunzione

La procedura di ingiunzione è una delle soluzioni più rapide per recuperare i crediti. Consiste nella richiesta al Tribunale di emettere un decreto ingiuntivo, un ordine di pagamento diretto al datore di lavoro. Per avviare questa procedura, il lavoratore deve presentare documenti che attestino la certezza, liquidità ed esigibilità del credito, come il contratto di lavoro o la lettera di assunzione. Il datore di lavoro ha 40 giorni per adempiere all'ordine di pagamento.

Considerazioni finali

Le tutele previste dalla legge offrono diverse possibilità ai lavoratori per difendersi dalle inadempienze del datore di lavoro e garantire il recupero delle retribuzioni dovute. È essenziale che i lavoratori siano informati sui loro diritti e sulle azioni legali disponibili per proteggere i propri interessi economici e professionali. In questo modo, possono agire con tempestività e determinazione per far valere i propri diritti in caso di mancato pagamento dello stipendio.

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