Assegno di mantenimento per il figlio maggiorenne: basta un accordo per revocarlo?

ASSEGNO FIGLIO MAGGIORENNE REVOCA- AVVOCATO CITA


Assegno figli maggiorenni: revoca, requisiti e procedura legale

Assegno al figlio maggiorenne: è possibile revocarlo?

Molti genitori, al raggiungimento della maggiore età da parte del figlio, si interrogano sulla persistenza dell’obbligo di corrispondere l’assegno di mantenimento previsto in sede di separazione o divorzio. È una domanda frequente, rivolta spesso a un avvocato per conflitti familiari o a un avvocato della famiglia.

Il compimento del diciottesimo anno rappresenta senz’altro una tappa significativa nel percorso di crescita del figlio, ma non comporta, di per sé, il venir meno del dovere di mantenimento in capo ai genitori.

In Italia, infatti, il diritto del figlio al mantenimento non si esaurisce con il raggiungimento della maggiore età. Questo perché la legge e la giurisprudenza considerano che l’obbligo dei genitori prosegua finché il figlio non raggiunga un’effettiva autonomia economica. Ma cosa significa esattamente? E quando si può ritenere che l’assegno di mantenimento non sia più dovuto?

Quando finisce l’obbligo di mantenimento?

L’obbligo dei genitori nei confronti dei figli maggiorenni non si estingue automaticamente con la maggiore età. Secondo un orientamento costante della giurisprudenza, il mantenimento continua fino a quando il figlio non raggiunge una vera indipendenza economica.

Non è sufficiente che il figlio svolga un'attività qualsiasi: il lavoro deve essere stabile, adeguatamente retribuito e coerente con il suo percorso formativo. Deve cioè permettergli di mantenersi in modo autonomo e dignitoso.

La Corte di Cassazione ha ribadito più volte che un impiego precario o occasionale non giustifica la revoca dell’assegno di mantenimento. Tuttavia, ha anche riconosciuto che non esiste un obbligo di mantenimento “a vita”: i genitori non sono tenuti a sostenere figli adulti che non si attivano concretamente per diventare indipendenti.

Se il figlio, pur avendo terminato gli studi o ricevuto opportunità lavorative, non mostra impegno o responsabilità, il genitore può legittimamente rivolgersi a un avvocato della famiglia per avviare la procedura di revoca dell’assegno.

Posso smettere di pagare se siamo d’accordo?

Anche se entrambi i genitori sono d’accordo nel ritenere che l’assegno di mantenimento non sia più necessario – ad esempio perché il figlio ha trovato lavoro o vive da solo – questo accordo non ha valore legale sufficiente per interrompere l’obbligo.

Se l’assegno è stato disposto con una sentenza – in sede di separazione, divorzio o altro provvedimento – si tratta di un diritto indisponibile: non può essere modificato né rinunciato con un semplice accordo privato, neppure con il consenso del figlio.

È necessario avviare un procedimento giudiziario per richiedere la modifica o la revoca dell’assegno. In particolare:

  • Art. 710 c.p.c., se si tratta di separazione;

  • Art. 473-bis.49 c.p.c., per i procedimenti di famiglia.

Un avvocato per conflitti familiari può assistere il genitore nella raccolta della documentazione utile e nella predisposizione del ricorso. È fondamentale dimostrare che, rispetto alla sentenza originaria, siano sopravvenuti fatti nuovi e rilevanti, come:

  • L’assunzione con contratto a tempo indeterminato;

  • L’ottenimento di un reddito stabile;

  • La conclusione degli studi o l’abbandono del percorso formativo.

Cosa dice la giurisprudenza

La giurisprudenza di legittimità si è espressa più volte in merito. Alcune sentenze di riferimento:

  • Cass. civ. n. 8235/2000: la maggiore età e una parziale autonomia economica non bastano per escludere l’obbligo di mantenimento.

  • Cass. civ. n. 32529/2018: né il genitore né il figlio possono validamente rinunciare all’assegno senza il controllo del giudice.

  • Cass. civ. n. 18974/2013 e n. 1585/2014: l’obbligo può cessare anche in assenza di un lavoro fisso, se il figlio ha strumenti adeguati per mantenersi da solo.

Queste decisioni rafforzano l’idea che la revoca dell’assegno per figli maggiorenni deve sempre passare attraverso un vaglio giudiziale.

Quando è il momento giusto per agire?

È consigliabile valutare attentamente la posizione del figlio: ha terminato il proprio percorso formativo? Lavora in modo stabile? Percepisce un reddito sufficiente? Se la risposta è sì, si può considerare l’opportunità di richiedere la revisione o la revoca dell’assegno rivolgendosi a un avvocato esperto in diritto di famiglia.

Ogni situazione, però, va analizzata caso per caso. È fondamentale presentare elementi documentali chiari e aggiornati, così da permettere al giudice di valutare se le condizioni che avevano giustificato l’obbligo sono effettivamente venute meno.

Conclusione

Il raggiungimento della maggiore età non segna automaticamente la fine dell’assegno di mantenimento per i figli maggiorenni. Serve sempre un provvedimento del giudice, fondato su fatti nuovi e dimostrabili.

🔍 Hai dubbi su un assegno di mantenimento o vuoi sapere se è possibile modificarlo o revocarlo?

📩 Contattami per una consulenza: insieme valuteremo la strada migliore da seguire.

📍 Ricevo su appuntamento a Torino e Moncalieri.
🌐 www.avvocatodivorzista.eu | www.avvstefaniacita.com

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

______________________________

________________________________________

Avv. Stefania Cita | Torino | TO | Via Confienza n. 10 | Tel. 011 19115868

________________________________________

Avv. Stefania Cita | Moncalieri | TO | Via L. Einaudi n. 29 | Tel. 011 18838550

________________________________________